lunedì 29 giugno 2009

La torta che non passa mai di moda


Potrebbe succedere dovunque. Però, succede a Milano. Sabato sera, locale della movida meneghina. Un centinaio di persone riunite in festeggiamenti di compleanni, tante tante bollicine. Una torta Sacher grossa circa come il disco volante di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” fa il suo ingresso trionfale. Adagiata sul tavolo, attende di essere tagliata e servita. Catalizza l’attenzione. Io aspetto, fremente. Mi si avvicina una ragazza. Una bella ragazza, quella che in genere, con una sineddoche di ricercata eleganza, viene definita una bella figa. La parte per il tutto. Purtroppo, mai arte retorica fu più azzeccata come in questo caso. Attacca bottone. Mi dice che pensava si cenasse, e invece. Ha fame. Poi…

Ma la torta Sacher è di moda, no?”
Mi sa che non ho sentito bene
“Cioè, è fashion, no?”
Ho sentito bene
“Guarda, ti dico la verità: la Sacher è davvero trendy”, e lo dico con una “e” aperta alla milanese. “Treendy”
“Eh, infatti, mi sembrava”
Mi sembrava cosa? Mistero delle sinapsi
“Certo, non è come la Bar**** di Mo****”
Non è fashion?
Dopo venti minuti infila tra le fauci il terzo pezzo di torta. Tutto quel fashion in mezzo ai succhi gastrici. Che spreco, no?

lunedì 15 giugno 2009

Il pranzo sul Cisalpino sarà servito con quindici minuti di ritardo, ci scusiamo per il disagio


Partire è un po' morire. Partire il lunedì mattino lo è davvero. La consolazione è che, una volta sistemata la valigia e individuato il proprio posto, ci si può tranquillamente abbandonare a tre ore e quaranta di sonno, ritardo più, ritardo meno. Sì, perché il Cisalpino delle nove e dieci del mattino va diretto a Zurigo. Niente scomodi cambi a Lugano. Così, mi preparo: iPod e corso di tedesco, sicuro che mi addormento entro dieci minuti. Peccato l’annuncio.“Ricordiamo a tutti i viaggiatori che questo treno termina la sua corsa a Lugano. I viaggiatori diretti a Zurigo troveranno la coincidenza sulla stessa piattaforma”Ma come, da quando?! Spengo l’iPod, chiudo il libro: se qui mi addormento, sono rovinato. Intanto maledico il Cisalpino, Trenitalia e, già che ci siamo, pure gli svizzeri. La ragazza davanti a me non capisce una parola di italiano e continua a leggere, beata, il suo Harry Potter. A me, invece, esce il fumo dalle orecchie. Passano tre minuti. Altro annuncio.“Ci scusiamo, ma l’annuncio di prima era sbagliato. Questo treno prosegue fino a Zurigo e si ferma a Como, Chiasso, Lugano, Bellinzona, Arth-Goldau e Zug”L’importante è che si decidano. La ragazza davanti a me legge sempre, beata nella sua ignoranza. Io riavvio l’iPhone. Riapro il libro, eins, zwei, polizei. Tempo cinque minuti e il treno si ferma. Si ferma e non si muove. Catatonico. Terzo annuncio. “Causa guasto a passaggio a livello, il treno subirà un ritardo di quindici minuti”: certo, un ritardo di quindici minuti sul ritardo.La palpebra si fa pesante, molto. È ora. Peccato che una ciurma di bambini tra i sei e i dieci anni continuino a correre, urlando, da un vagone all’altro. Piccoli bastardi. Mi giro e mi rigiro.Devo essermi addormentato. Quando riapro gli occhi vedo uno di quei bambini piegato di fianco a me. Sta vomitando. Una cosa così mi ricordavo di averla vista solo ne “L’esorcista”: ragazzi, che potenza di getto. Un mostro. Mi giro dall’altra parte, ormai rassegnato. Quando arrivo a Zurigo il treno ha accumulato un ritardo di quaranta minuti. Scendo, il tempo fa schifo, un signore mi passa il trolley sul piede. Ed è solo lunedì, cazzo!