Sono in ritardo. Sono in ritardo, ma non riesco a uscire dalle coperte. Levatemi tutto, ma non il piumone. Lasciatemi crogiolare dentro al
tepore casalingo ancora per dieci minuti. Tic tac, tic tac, tic tac, le lancette roteano vorticosamente. Bastarde! Sono molto in ritardo. Tempo quaranta minuti e, in sella allo scooter, sfreccio per le strade di
Milano. Freddo.
Tanto freddo. Supero l'Arco della Pace e... fermo. Una
serpentina di macchine avvolge il centro città. Tutti in coda, me compreso: ma lo
sciopero dei mezzi non era ieri? Cazzo, sono in ritardo, in ritardo, in ritardo!!! Il mio ingresso trionfale in ufficio è viziato da un peccato originario: il ritardo. Accendo il computer, mi collego: "Cascina Gobba, deraglia treno metropolitana". Ahh!!! Penso, medito, frullo neuroni. Dunque,
l'asino raglia, il treno deraglia: forse perché lo guida un asino?
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