Avrei dovuto firmare il contratto. Tempo indeterminato. Solo a scriverlo, inizio a sudare copiosamente. Le trattative sono state faticose e si sono protratte per più di un mese. Loro volevano questa firma. La invocavano. La aspettavano. Problema: il loro legale è in vacanza. Quindi? Quindi io firmo, dopodiché firmerà anche il legale. Fremono. Non stanno nella pelle. Mi coccolano, mi viziano. Mi inviano il contratto. Lo leggo. Bene. Perfetto. Peccato che il cognome sia sbagliato. Un'inezia...
Sono due settimane che non fumo. Non credo che i produttori di tabacco verranno a protestare.
La gente non ama il confronto dialettico e, appena è a corto di argomenti, alza il tono della voce. Più forte, però, non è più ragione.
Scambio di battute via mail tra colleghi in vista del meeting di Berlino di settimana prossima. Io, di certo, non mi risparmio. Così, la mia - futura - capa, in risposta a una mia mail condita di humour - o a qualcosa che dovrebbe vagamente assomigliargli - scrive: "Are you sure you are not British?". Devo prenderlo come un complimento o cosa?
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