sabato 16 maggio 2009

Piacere, io sono E.


Venerdì notte, in un noto locale milanese. Solita sfilata di nani e ballerine, solo che i nani sono in media alti un metro e novanta e le ballerine starebbero meglio dietro a un palo per la lap dance che sul palco della Scala. In compagnia del barattolo terribilmente pettinato e del farmacista più bello di Milano – così dice lui – concentro le poche forze rimastemi nell’aspirare con una cannuccia il coca rum gentilmente offertomi dall’unica donna volenterosa che ha deciso di sacrificarsi e passare con noi la serata. Succede tutto in un attimo: dal nulla ecco comparire tale E., cliente affezionata del farmacista, quello bello.
“Piacere, E.”, tendendomi una mano addormentata dall’alcol.
“Piacere, David”
Passano sì e no due minuti ed ecco che la ragazza, colpita da arteriosclerosi fulminante, si presenta un’altra volta.
“Piacere, E.”, tendendomi questa volta la mano sinistra, visto che l’altra regge qualche intruglio pieno di benzina.
“Ci siamo appena presentati”
“No, mi sono presentata con i tuoi amici. Comunque piacere, io sono E.”
“Piacere, David”. Non è difficile.
Mi si avvicina all’orecchio. Speriamo che non abbia intenzione di staccarmelo con un morso.
“Cosa fai nella vita?”
“Lavoro a eBay”
“Ah, e cosa vendi?”
“No, lavoro per la compagnia”
“E cosa compri?”
“Sì, compro anche, ma lavoro per la compagnia. L’azienda.”
Soddisfatta della risposta, sorride e rimane con quella espressione per dieci minuti. Sorrido anche io e intanto cerco una via di fuga. Lei, però, si avvicina un’altra volta.
“Piacere, E. Tu come ti chiami?”
Incomincio a nutrire qualche dubbio anche io. Deve essere la problematica filosofica dell’apparente identità dell’io. Forse aveva ragione Locke quando parlava dell’identità come di qualcosa legata alla continuità della memoria. Mi sa proprio di sì.
“David, ci siamo presentati prima”
“E cosa fai nella vita?”
Ho uno strano senso di déjà vu.
“Lavoro per eBay”
“Ahh! Io conosco un sacco di persone che lavorano per eBay!”
“Sì? Tipo?”
“M***”
“Non l’ho mai sentito”
“Lui si è proprio arricchito, ha venduto…”
Salvatemi
“No, è un venditore, io invece lavoro per la compagnia. La società. L’azienda.”
“Ah, e poi conosco un sacco di gente che lavora per eBay”
Sorrido. Sorride anche lei. Sorrido e mi volto. Lei sorride e crolla per terra. Io sorrido. Lei sorride e si alza. Si avvicina.
“Ciao, io sono E, piacere”
“Io non lo so più, però nella vita non faccio un cazzo, bevo cuba e scusami, ma devo andare su eBay, c’è un amico che ci lavora e se sono fortunato mi vende un nuovo nome a metà prezzo”

Be’, il finale è un po’ di fantasia, ma va bene lo stesso. Alla prossima.

1 commento:

micboc ha detto...

Sto post e' bellissimo!!! Mitico David!