Noi italiani sappiamo sempre come farci riconoscere. Purtroppo. Circa un mese fa, spinto da nostalgia canaglia, decido di fare una visita al consolato italiano. Tradotto: devo cambiare residenza e iscrivermi all’AIRE, Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero. Così, pieno di belle speranze, mi alzo di buon mattino – ma neanche tanto – e, in compagnia delle prodi colleghe Di Gianfrancesco e Manini, parto in missione. Arrivati in Tödistrasse, ci mettiamo alla ricerca dell’edificio. Pochi secondi e ci ritroviamo davanti all’ingresso, sorvegliato da un temibile comodino da letto con gambe e braccia e che, con sguardo truce e in un italiano stentoreo e dal forte accento meridionale, ci intima di mostrargli i documenti. Poi, ci fa salire. Bip, il metal detector. Bip bip, il metal detector. Bip, bip bip!“Eh, per questa volta faccio finta di niente”Ma sì, chissenefrega, facciamo finta di niente. Ineccepibile. Grazie a Google Maps, non facciamo nessuna fatica a rintracciare l’ufficio di competenza. Prendiamo il nostro numerino, e aspettiamo. Saremo sì e no cinque persone in tutto, eppure io attendo per più di mezz’ora. Incredibile. Finalmente tocca a me. Mi avvicino allo sportello, sfodero sorriso, passaporto, carta di identità, permesso di soggiorno e un’enciclopedia, nel caso potesse interessare.“Dovrei fare il cambio di residenza”Io. David Albert Rosenberg.Cinque minuti e la pratica è risolta.“A posto così?”“A posto cos씓Non devo fare nient’altro?”“No. Le arriverà poi a casa una lettera del comune di Milano”“Perfetto, grazie mille, arrivederci”“Arrivederci”Tre giorni fa ecco comparire nella mia casella di posta una lettera. Provenienza: comune di Milano. La apro, fiducioso. Non devo fare nient’altro. A posto così.“Si comunica che si è proceduto alla Sua iscrizione nell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero di questo comune a decorrere dal 20.04.2009 iscritto AIRE, in seguito…” e bla bla bla. Intestazione della lettera:“EGR. SIG./RAROSENBERG NATHALIE”Mia sorella. Iscritta all’AIRE. Non devo fare nient’altro. A posto così. Chiamo il comune di Milano. Sono vagamente alterato.“Mi scusi, potrebbe spiegarmi come è potuto succedere?”“Eh… è successo”Già. E allora? Mi mette il cuore in pace, tanto non devo fare nient’altro. A posto così!
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3 anni fa
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