Marzo, a casa mia, significa
primavera. Non a Zurigo. Qui siamo in
pieno inverno. Qui il cielo è grigio, nevica e soffia un vento gelido. Qui si va in giro con il giaccone da montagna e la mani infilate dentro le tasche. Guardo fuori dalla finestra: piove. Nevica. Piove. Le rondini, qui, indossano la pelliccia. Gli uccellini non fanno cip cip, ma cucù, e se ne stanno rintanati dentro agli orologi. Gli ormoni - quelli degli altri - sono ancora in letargo. Due settimane. Nevica. Piove. Nevica. Piove. Piove. Freddo. Oggi, miracolo: il sole. Cip cip. Giacche aperte, mani fuori dalle tasche, testosterone rinvigorito. Quasi quasi ci credo, ma mi tocca tornare a Milano. Treno: leggo, dormo, leggo, iPod.
Arrivo a Milano. Piove. Ma vaffanculo!
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