giovedì 3 settembre 2009

Dica "Trentatre"!


“Gentile Sig. Rosenberg, questo giorno le appartiene. Se lo goda appieno. Orange la augura buon compleanno.”.


Quando uno riceve sul suo numero svizzero un messaggio del genere, capisce che è arrivato. Comunque, quando è suonata la sveglia, ho sentito tutto il peso dei miei 33 anni. Alzarsi, lo ammetto, è stato faticoso. Mi ci è voluto circa un secondo più del solito. Sono cose che ti segnano. Fuori dalla mia stanza mi si presenta una scena apocalittica: polvere, roba accatastata dovunque, calcinacci, un paio di mutande che camminano. I picconatori, in una pausa di demolizione, si scambiano starnuti e frasi di circostanza in pugliese stretto. Mia madre sta parlando con un tizio alto, grosso e con la barba bianca che o è Babbo Natale o è il capo di tutta la baracca. Probabilmente è Babbo Natale. Di fianco a lui un ragazzo, quello delle porte. Cioè, si prende cura delle porte: le leviga, le pittura e le mette a letto dopo le otto e mezza.


“Tanti auguri, tesoro!”


“Grazie”, rispondo, con bacio, abbraccio e le palpebre ancora incollate.


“Cento di questi giorni”, mi urla il barba, felice come pochi ho visto a queste ore del mattino.


Ora, non ho ancora capito come prendere questo augurio. In teoria bene. Però… Cento giorni sono davvero pochi. Tre mesi e qualcosina. E poi? Ci ragiono su. Ho la tendinite a entrambi i polsi, una contrattura alla gamba sinistra e la sinusite: in questo caso cento di questi giorni sono davvero una enormità.


E giungiamo all’epilogo, perché c’è sempre un epilogo. Come mi faceva notare prima l’amico Freddi, qualcuno, molto tempo fa, a 33 anni suonati, resuscitava. E questo mi porterebbe a fare alcune considerazioni. Diverse. Per esempio, che Alessandro Magno, a 33 anni, concludeva a Babilonia la sua avventurosa vita. E Mozart componeva i suoi ultimi capolavori, Schubert, Keats e Shelley manco ci arrivavano e un tale che mia sorella si ostina a chiamare papà diventava padre del sottoscritto e prendeva la sua seconda laurea. Considerazioni, pensieri. Così penso, e penso, e penso ancora, e… e tutto sommato, riflettendoci bene, non posso affatto lamentarmi: io, almeno, ho gli auguri della Orange…


Tanti auguri a me e a tutte le persone a cui voglio bene.


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