sabato 26 dicembre 2009

Lallazione multietnica

“Orno aide”. Così, la mattina, mi saluta il portinaio filippino di Milano, sfoggiando una lallazione che farebbe invidia a qualunque neonato. “Ona era, aide”. Sì, sì, buonasera. Se l’integrazione passa dalla lingua, qui siamo lontani anni luce. E da anni luce, lui, vive qui in Italia. Peggio con l’italiano credo abbia fatto solo Michael Schumacher. Certo, per aprire il portone, pulire cortile, scale e ascensore e controllare chi entra non è richiesta una padronanza linguistica da Accademia della Crusca. Almeno le basi, però! Saranno stati tre o quattro anni fa. Me ne sto davanti al computer, cercando di farmi venire in mente qualche copy decente da consegnare all’agenzia. Impresa ardua, perché la mattina, confesso, anche io sbiascico come un poppante, soprattutto se la sera prima ho bevuto qualche bicchierino di troppo. Quei quattro o cinque di troppo. Il mio labile stato di concentrazione viene affossato definitivamente dal citofono che suona. Chi osa disturbarmi alle dieci del mattino?!! Con uno scatto da bradipo raggiungo il citofono.

“Sì?”
Aide, bvino

Ecco, sono a posto.

“Eh?”
“Bvino, alire”

È più facile interpretare la scrittura cuneiforme.

“Il vino?”
“Bvino, alire!”
“No, senta, non abbiamo ordinato nessun vino
“Alire”
“E non lo faccia salire. Niente vino, capito?”

Mi rimetto al lavoro. Neanche trenta secondi, e suonano alla porta. Allora non capisce davvero un cazzo. Visibilmente irritato, vado ad aprire. Davanti a me, però, non c’è un garzone. Niente casse di vino. C’è, invece, un rabbino ultraortodosso, con tanto di barba chilometrica, peot e vestito nero di ordinanza con cappello a tesa larga che mi parla in ebraico. A essere sincero, preferivo di gran lunga il vino.

Questo succede a ritrovarsi con un portinaio allievo della scuola del grammelot. A Zurigo, mentre l’insegnante di tedesco mi domanda qualcosa di incomprensibile, ripenso, ogni tanto, al “Bvino” e alla “Ona era”. Ci ripenso, giusto un attimo, sorrido, abbozzo una risposta altrettanto incomprensibile e mi consolo sapendo che almeno buongiorno e buonasera, in tedesco, non sono più un segreto per me. Bei nächstbester Gelegenheit!

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