mercoledì 9 settembre 2009

In Gamba!!!


Il dolore, più che altro un fastidio, ha iniziato a farsi sentire circa tre mesi fa. Gamba sinistra, vasto laterale. Sospendo gli allenamenti per un periodo, un po’ di riposo non può che farmi bene. Dopo un mese, però, le cose non sono affatto cambiate: la gamba è sempre la sinistra, il dolore è ancora localizzato lì, nel vasto laterale. Vasto laterale… adoro imparare nuove parole. Sembra il ruolo di un giocatore: c’è il terzino e c’è il vasto laterale, che però parte dalla panchina. A Milano, un caldo giorno di fine luglio, decido di farmelo vedere, questo vasto laterale. Il mio ortopedico, il dottor Gamba – nomen omen – è in vacanza. Così, armato di buona volontà, inizio il giro degli ospedali.

Auxologico: solo su appuntamento, peccato che mi vogliano appuntare la settimana dopo e io devo tornare a Zurigo

Gaetano Pini: al momento il pronto soccorso non è attivo, potete morire da un'altra parte.


Il Fatebenefratelli mi accoglie a braccia aperte, ma solo perché sono ingessate. Nella sala d’attesa siamo in tre. Bene, penso, mezz’ora e me ne torno a casa. Invece, ecco arrivare il cinese con una caviglia gonfia come un pallone aerostatico; ecco la nonna moribonda sulla sedia a rotelle; ecco la sciura che non riesce a muovere nemmeno un dito ma riesce, però, a parlare un’ora di filata al cellulare. Due ore dopo entro nello studio. Il medico, dopo avere abusato della mia gamba, sentenzia: “È uno stiramento. Per stabilire l’entità del danno, ho bisogno di una ecografia. Perderai un po’ di forza da quella gamba. Fai l’ecografia, poi telefona e prendi un appuntamento”


Sono un invalido, ho capito.

Passa l’estate. Torno a Milano. Faccio l’ecografia. Vado dal dottor Gamba. “È una contrattura”. Miosite distale al vasto laterale. O, miosite al vasto laterale distale. O qualcosa del genere. Niente stiramento, niente perdita di forza. “Devi fare un ciclo di tre onde d’urto”

A Zurigo, di fianco al mio ufficio c’è una clinica di medicina dello sport. Eccellente. Munito di ecografia e reperto, faccio il mio ingresso trionfale.


“Du iu spic inglisc?”

“Ies ai do” Inizio il mio racconto zeppo di dolore, visite, ecografie, dottor Gamba e onde d’urto.

“Uot?”

“Scioccueivs, ai thinc this is iz neim in inglisc” Silenzio. Provo a spiegarmi meglio. Silenzio. Mi esibisco in una pantomima. Silenzio.

“Hev iu got scioccueiv?”. Silenzio. Silenzio assenso? O silenzio assenzio, lobotomizzata da chissà quali sostanze?

“Scioccueivs cam from Suitzerland. Itz laic e littel gan with e sort of piston det meic bum bum bum bum bum. Du iu anderstend?”. Bisogna essere prorpio ottenebrati cerebralmente per non capire una spiegazione scientificamente così ineccepibile. La ragazza mi guarda, persa nel bum bum bum bum bum. Forse sta pensando a qualcos’altro. Una volta riavutasi dall’effetto dell’acido e dei pensieri impuri, mi fa:“Iu nid to visit e doctor hiar. Den, hi chen prescraib e tritment. We send de tritment tu iour insciurans, so iu dont hev tu pey for de tritment” .E non me lo poteva dire prima? E le scioccueivs? E l’ecografia? E il dottor Gamba? Quindi, ricapitolando, lunedì prossimo dovrò pagare un dottore che mi dirà che ho una contrattura al vasto laterale e che devo fare un ciclo di tre onde d’urto. Me lo dirà in tedesco, così io non capirò un cazzo. Speriamo almeno che non si chiami doktor Bein*…

*gamba, in crucco, ecchevelodicoaffare!

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