martedì 1 settembre 2009

Ma oltre alla tua fidanzata c'è un altro cesso? Il mio lo stanno ristrutturando...

Stamattina mi sono svegliato avvertendo violenti movimenti tellurici. Tremava tutto. Una volta aperti entrambi gli occhi e assunta la tipica posizione dell'homo sapiens – quella dell’homo sexual, invece, è tutta un’altra storia e assomiglia di più a quella dell’homo impiegatus e, ahimè, ultimamente, a quella dell’homo rossonerus – mi sono imbattuto nella cruda verità: alcuni uomini prendevano a picconate il bagno di casa dei miei. Il sogno di una vita. Uomini pagati per demolire una casa. La nostra. Pensare che io lo avrei fatto gratis… Comunque, torno da Zurigo una settimana per cercare di rilassarmi e mi trovo in una casa messa sotto attacco. Ottimo. E questa è la buona notizia. Ora passiamo alla cattiva. Dialogo tra mia madre e il sottoscritto, sempre che si possa chiamare “dialogo” quella serie di vocali e consonanti sbiascicate che la mia bocca è in grado di emettere prima di mezzogiorno.

“Mhhhhhh?” Traduzione: “Mamma, non è che questi vengono a rompere i coglioni anche il fine settimana?”

“No, non dovrebbero”

“Uhhhhhh!” Traduzione: “Ah, meno male!”


Ore undici e quarantacinque del mattino, il mio cellulare vibra sulla scrivania: è quasi peggio delle picconate al bagno. Mia madre. Sono impegnato, però, in un’altra conversazione piena di “mhmh”, “ahah” e “yes”. Richiamo.


“Mamma, mi hai ahahmhmh?”. Quasi mezzogiorno, le mie frasi iniziano a essere molto più elaborate.

“Sì. Niente, volevo solo dirti che gli operai verranno a lavorare anche sabato

“A casa?”. Sì, lo so che non è una domanda molto intelligente, ma la speranza è l’ultima a morire. “Mi spiace… se vuoi farti ospitare da qualcuno…”


Ecco, come direbbe il mio amico Sandro, il pezzo è fatto. Magari vi fate anche due risate e, sappiatelo, ridere sulle disgrazie altrui non è affatto divertente. E se qualcuno vuole ospitarmi a casa sua venerdì notte, è il ben accetto.

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