giovedì 16 ottobre 2008

A letto senza cena!!!

Lo confesso, sono un bamboccione: vivo ancora a casa con i miei. E non me ne vergogno. I vantaggi sono innumerevoli: zero bollette da pagare, niente spesa, nessun vestito da lavare e stirare, cena in tavola alle otto in punto. Insomma, maggior potere di acquisto e più tempo libero. Però… perché ovviamente c’è un però. Anzi, più di uno. Non ve li elenco tutti, non ho intenzione di tediarvi. Ne citerò solo uno. Ieri sera. Ieri notte. Insomma, stamattina, ore quattro e dieci, il sottoscritto, dopo una serata dedicata ai vizi, gira la chiave nella serratura e fa il suo ingresso trionfale in casa. Il trionfo, manco a dirlo, aleggia solo nei meandri del mio cervello. Con passo alla John Wayne, supero agilmente l’anticamera, spalanco la porta e… una visione terrificante si presenta davanti ai miei occhi: la stanza in fondo al corridoio è illuminata da una flebile luce. In quella camera dorme mia madre. Ora, mia madre dorme con la luce spenta. Ergo, è sveglia. Ci sono due motivi per i quali può essere sveglia: il primo è che non si sente bene; il secondo è che non si sente bene, ma per colpa mia. A naso, opto per la seconda opzione e siccome tolto il dente, tolto il dolore, raggiungo la camera e faccio capolino con il mio bel faccino alcolizzato.

“Ciao!”
“Ma dov’eri?”
“Fuori”
“Sono sveglia dalle tre, ho visto che non eri tornato, il tuo telefonino non prende. Mi fai stare in agitazione”
“Dai, mamma…”

E il senso di colpa, intanto, mi sta ripetutamente prendendo a schiaffoni, anche se alla fine lo metto giù con un gancio al mento.
“Scusa, ma domani non vai a lavorare?”

“Certo che vado!”
“Ma tu…”

Non finisco di sentire la frase. Me ne vado in camera mia, mi infilo il pigiama, piscio – non nel pigiama -, mi lavo i denti e di lì a poco sono nel mondo – breve – dei sogni. Mia madre deve essere ancora lì che borbotta.

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