lunedì 10 ottobre 2011

Io mi sposo da solo



"Porco …!"

L'originale introduzione, che fa tremare per un momento le pareti del bar 3000, appartiene a un ragazzo ticinese che, sabato mattina, intorno alle quattro, si presenta a Mr P, al signor D e al sottoscritto, interrompendo una dotta conversazione alimentata da parecchi bicchieri di vodka e rum.

E' stata una serata decisamente bizzarra. Prima lo svedese ossessionato dagli italiani con i capelli scuri che piacciono alla sua fidanzata e dalla pasta al pesto. Pasta al pesto. Un mantra ripetuto tre o quattrocento volte. Talmente simpatico che l'amico ha dovuto trascinarlo via per un braccio prima che il 'pesto' diventasse un indicativo presente, io il soggetto e lui il complemento oggetto. La pasta, comunque, gliel'avrei cucinata. Dopo. Scotta, che anche senza molari infiamma meno le gengive. Poi lo svizzero che mi attacca una filippica di mezz'ora sugli svizzeri che non pensano altro che al lavoro ai soldi ai vestiti e alle macchine e io invece sono simpatico e infatti io non penso al lavoro ai soldi ai vestiti e alle macchine perché il mio cervello è controllato unicamente dal testosterone e vedo mostruose tette giganti che mi inseguono come Woody Allen in Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso e non avete mai osato chiedere e però io sono di Milano e i milanesi pensano solo al lavoro ai soldi ai vestiti e alle macchine e allora lui mi abbraccia e poi si commuove e mi mostra tutto il suo rullino foto dell'iPhone e mi parla del lavoro di costruttore di tralicci durante la stagione estiva per pagarsi gli studi di economia e io no non sono come gli svizzeri e lui è svizzero ma non è come gli svizzeri e io sono simpatico e lui parla con tutti anche con le donne delle pulizie e anche io parlo con la donna delle pulizie solo che lei parla in svizzero tedesco e io non capisco assolutamente nulla e lui fa cenni di approvazione e inizia a sputare consonanti svizzere tedesche e io faccio cenni di approvazione anche se mi sfugge il significato delle parole e poi mi abbraccia e mi batte un cinque e io sono simpatico e mi batte un altro cinque e CAZZO MI FAI ANDARE CHE I MIEI AMICI MI ASPETTANO SUL TAXI DA DUE ORE?!! Non vorrei dimenticarmi del tizio alla porta dello Zukunft, a me stranamente ignoto, che, prima decide che noi, dentro, non ci entriamo, poi cambia idea e sì, possiamo entrare a condizione che paghiamo l'ingresso anche alle tre squinzie davanti a noi. Mr P, che lavora nella finanza - non la guardia -, fa due calcoli con un abaco e giunge a una soluzione che condivide con un certo orgoglio:

"Che stronzo!"

Il tizio lo fissa con uno sguardo da pitbull ebete e, sbavando non poco, ribatte:

"Capisco l'italiano"

Mr P restituisce lo sguardo e ribadisce il concetto:

"Eh… stronzo!"

Perché un conto è dire di capire, un altro capire per davvero. Repetita iuvant. A quel punto l'usciere spalanca la porta, "Prego".

Ma come? Allora è stronzo per davvero!

La discesa negli inferi ci riporta al sacerdote dell'imprecazione.

"Ragazzi, siete gli unici qui che mi rivolgete la parola, porco…!". Non sono una persona religiosa. Per niente. Mi considero un agnostico tendente all'ateo. Però la bestemmia la trovo irritante. Esteticamente fastidiosa. E non sono l'unico. Gli facciamo notare la cosa. Lui impara velocemente. Riesce a non smadonnare per almeno due o tre minuti, durante i quali ci dimostra senza ombra di dubbio di essere un babbeo sovrumano. Tutto sommato, preferisco sentirlo ingiuriare piuttosto che dover ascoltare i suoi discorsi deliranti. Biografia essenziale: ticinese, età indefinita, si sposa tra due settimane. Questo è il suo addio al celibato.

"Da solo?"
"Ma… a me piace così. Porco …!". Si impegna, il ragazzo.

Se piace a lui, noi siamo sereni. La cosa, però, mi ha fatto riflettere e mi sono posto alcune domande:

1 Si sposa da solo?
2 Contrae vincolo di matrimonio con il suo pene?
3 La sua futura moglie sa di esserlo?
4 Sa già con chi si sposa?
5 Dove sono finiti i venti franchi che avevo nella tasca posteriore dei jeans?!

Vuole offrirci da bere. Il giusto prezzo da pagare dopo avere infilato una serie inenarrabile di improperi - di cui il porco era il più fine.

"Ragazzi, andiamo in mezzo a ballare che rimorchiamo qualche troione, porco…!". Chissà cosa vorrà farci intendere con questo linguaggio così forbito. Mi rammento dell'anagogia e mi si chiariscono in parte le idee. Così, tutti in pista a dimenare le stanche membra.

"Dai ragazzi, dai!. Porco…!" In realtà, questa volta non l'ha pronunciato, ma sono sicuro che l'ha pensato. Ho intravisto un baluginio nel suo sguardo. Mi si avvicina con fare predatore indicandomi la ragazza che si agita di fianco a me mettendo in bella mostra le sinuose forme:

"Dai, fatti quella con il pigiama"

Io, però, tergiverso. Deve essere il pigiama. Il sacrilego elvetico non mi molla.

"Non sarai mica frocio, porco…, dai!"

Ecco, non ho certezze nella mia vita. Questa è l'unica. Anche se c'è stato un periodo, un po' di anni fa, durante il quale mia madre aveva avuto questo sospetto. Le è passato quando, finalmente, è uscita dalla clinica di disintossicazione. Comunque, no, le ragazze con il pigiama non 'me le faccio'. Il dottore ha detto che non mi fa bene alla salute. Sono allergico ai pigiami. Parlando di pigiami, vengo colto dal solito attacco narcolettico delle sei del mattino. Contagioso. Cerchiamo di squagliarcela senza dare nell'occhio, sgattaioliamo fino al guardaroba, ritiriamo le giacche e… e lui è lì, con il suo drink in mano, che ci osserva.

"Ragazzi, ma ve ne state andando?"

Bisogna ammetterlo, è un intuitivo.

"Sì, siamo veramente distrutti"

"Ma non mi avete offerto neanche un bicchiere… dai, porco…!"

Che cosa potevamo rispondergli? Amen! Buona settimana a tutti!!!


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